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#wikipedia15

15 gennaio 2016

All’Aquarium of the Bay di San Francisco sono molto orgogliosi dei loro squaletti locali. Nel tunnel dal quale è possibile ammirarli, la naturalista Ghis racconta un po’ di cose mentre viene somministrato loro il pasto quotidiano. Si concentra sui piccoli cambiamenti che tutti possono fare per preservare l’habitat di queste affascinanti creature, ad esempio, adottare un’alimentazione sostenibile; ma c’è spazio anche per le curiosità, come il fatto che gli squali attacchino i surfisti perché confondono la loro silhouette sulla tavola con quella delle foche (e che solitamente accortisi dell’errore non si accaniscano sulla vittima, che quindi ci rimette più spesso un arto che non la vita), e che più persone muoiano per colpa di un selfie che in seguito all’attacco di uno di questi animali. Se siete wikipediani, questo lo sapevate già. La lista degli incidenti e delle morti dovuti ai selfie è una voce di cui probabilmente avete già sentito. Probabilmente non è da lì che la naturalista ha appreso di quella curiosa statistica, ma è comunque citata nell’articolo del Telegraph che lei avrà certamente letto (e ovviamente, la voce cita a sua volta quell’articolo proprio nel paragrafo d’apertura). Sarà un aneddoto banale, ma è utile a veicolare un’informazione importante e soprattutto corretta, che aiuti intanto a staccare dallo squalo l’etichetta di animale pericolosissimo che certa industria mediatica e cinematografica gli ha affibbiato. È il tipo di informazione che i bambini presenti possono ricordare, e diffondere, molto bene. È il tipo di notizia che resta in testa anche a me.

Non possiamo controllare cosa le persone vogliono imparare, o perché. Non possiamo evitare che Wikipedia ispiri qualcuno e lo aiuti nella ricerca per un nuovo test che riveli la presenza del cancro al pancreas. Non possiamo impedire che il nostro sito diventi una fonte di informazione fidata su una malattia devastante come l’Ebola.

Quello che possiamo fare è riconoscere che il Web, come tutto del resto, è in continuo cambiamento; che ne siamo protagonisti da 15 anni; che non è detto che lo saremo nei prossimi 15. La parte su cui possiamo intervenire è solo quest’ultima. Wikipedia è un sito di cui gli utenti, persino alcuni di quelli attivi, ignorano l’unicità (che, ve lo rivelo volentieri, sta principalmente nella combinazione dei 5 pilastri. Naturalmente non sta tutto lì. Avete mai notato che ad esempio essi non menzionano che gli autori sono volontari?), anche se tutti hanno un motivo per riconoscerne l’importanza nella propria vita. Mi piacerebbe che noi utenti ci concentrassimo su questo, su quanto WP conti per noi, e su come questo significhi qualcosa di completamente diverso per ognuno. Se riconosciamo che non ci può essere un unico modo di intenderla, consultarla, viverla, allora forse potremo iniziare anche a parlare, più seriamente di quanto fatto finora, di come mantenerla in vita, innovarla, migliorarla.

UPDATE: mi è piaciuto il post di Magnus su https://blog.wikimedia.org/2016/01/18/fifteen-years-wikipedia-magnus-manske/ e i suoi interventi in merito su https://lists.wikimedia.org/pipermail/wikimedia-l/2016-January/081219.html .

 

Wiki-arte vendesi

1 aprile 2015

Qualche mese fa sono approdata sulla pagina Facebook di una galleria d’arte milanese, più precisamente, su questa fotografia. Notate niente di strano? Sì, ci saranno miliardi di disegni manga in giro, ma se bazzicate il movimento Wikimedia da un po’, quello dovrebbe risultarvi familiare. Quella ritratta sembra proprio Wikipe-tan, la mascotte disegnata dall’utente giapponese Kasuga, e non serve un occhio di lince per risalire al file originale caricato anni fa su Commons.

La pagina relativa all’opera proposta dalla galleria, che è di fatto una riproduzione di due metri per due, acrilico su legno, la trovate qui. Se l’unica cosa che vi colpisce della pagina è il prezzo (tremila euro), la state leggendo male! Il punto infatti è che… manca l’attribuzione!

In realtà sia i galleristi che l’autore sono stati disponibili alla mia richiesta di chiarimenti. L’opera non è firmata dall’artista, il quale non la spaccia per sua (le opportune diciture che ho consigliato sono state infatti apposte dov’era possibile, per qualche ragione non ancora sul sito della galleria, ma non disperiamo), e peraltro l’uso commerciale -dietro opportuna attribuzione- è consentito dalla BY-SA. Mi sembra un buon esempio di quanto lontano possano arrivare le nostre opere dopo il caricamento su Commons.

Symbolum ’77

16 novembre 2014

Il ricordo più vivido che ho, legato a Cotton: io che faccio la primadonna as usual “se mi volete all’assemblea dovete venire a prendermi a casa” e lui che passa apposta da Bologna per recuperarmi.

(I.: “Certe persone fatichiamo a considerarle come amici, ma se quando ci lasciano stiamo così male, si vede che erano tali.”)

Weeklypedia

20 luglio 2014

Ricevete ogni settimana via email l’elenco delle più editate voci esistenti, nuove e discussioni nella settimana, e un po’ di statisticucce di contorno (vedi esempio).

In pratica, cosa va di moda su alcune Wikipedia (io mi sono iscritta ad almeno 4 edizioni diverse).

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